Mai come in questo periodo nel mondo dell’editoria è evidente la necessità di comprendere il cambiamento in atto nel settore. Amazon sta sbarcando in Italia, gli editori scolastici stanno faticosamente, ma ineluttabilmente, duplicando il loro catalogo anche al digitale, i nuovi reader per i libri digitali iniziano a vendersi anche nei grandi magazzini, per non parlare dei nuovi formati epub, moby, dei pdf con i quali ormai si distribuisce anche la lista della spesa e dell’attesa per l’epub3.
Come sempre accade in queste situazioni il punto cruciale non è mai la tecnologia, ma i processi. E in questo caso il cambiamento è realmente radicale.
Stampa e digitale sono mondi diversi, progettare le due cose contemporaneamente sembra inconciliabile. La mia convinzione è diversa e nei prossimi post cercherò di darvi il nostro punto di vista.
Ma è evidente che le differenze ci sono.
Passando dalla carta al digitale passeremo dal mondo dell’inchiostro del CMYK al mondo della luce dell’ RGB. Un’altra evidente differenza sarà il passaggio dalla pesantezza della carta alla leggerezza del digitale. Un’immagine in stampa non potrà avere una risoluzione minore dei 300 ppi, per il Web la stessa immagine dovrà avere una risoluzione di 72 ppi.
Altra cosa da considerare nel passaggio sarà la Pagina contro la Dimensione dello schermo o come la direbbe meglio chi sviluppa per iPad dal portrait orientation alla landscape orientation. A ulteriore complicazione del tutto dovremo, per digitale, considerare la dimensione del documento in dipendenza del contesto d’uso ( leggi come la risoluzione del monitor 🙂 )
Per non parlare poi dei font, gioia e delizia di tutti i designer. La carta preferisce le famiglie serif , mentre, considerando solo i problemi di leggibilità, per una più chiara lettura su uno schermo è da preferirsi famiglie sans-serif. E non parliamo della dimensione degli stessi, statica in un caso, variabile nell’altro.
Insomma sembrerebbero due mondi con processi di produzione inconciliabili.
Cercheremo di capire che in realtà può non essere così.